venerdì 22 marzo 2013

Quer pasticciaccio brutto dell'orgoglio nerd



Basta con questa storia dell'orgoglio nerd. Basta. Cosa vuol dire? Da dove salta fuori? Perchè all'improvviso sono tutti Nerd? Che poi che diamine significa? Da wikipedia, l'enciclopedia fatta dai nerd:
A nerd (adjective: nerdy) is a person, typically described as being overly intellectual, obsessive, or socially impaired. They may spend inodinate amounts of time on unpopular, obscure, or non-mainstream activities, which are generally either highly technical or relating to topics of fiction or fantasy, to the exclusion of more mainstream activities. Additionally, many nerds are described as being shy, quirky, and unattractive, and may have difficulty participating in, or even following, sports.
Traduco: degli SFIGATI.

In italiano sarebbe in effetti un misto tra secchione e sfigato (non nel senso di sfortuanto).
Non è vero. SEXY is the new, old and present Sexy.
E comunque voi NON siete Smart.
Si parla infatti di gente "overly intellectual". Visto l'ondata di nerdismo che c'è in giro, si direbbe che siamo circondati da geni incompresi. Ma ho una brutta notizia: NON siamo circondati da geni incompresi. Mi pare evidente. Siamo al massimo circondati da gente che crede nelle scie chimiche e nei chip sottocutanei. Li leggete mai i commenti (e spesso anche i post) dei principali blog pseudo nerd? Basta uno sguardo per rendersi conto che di "overly intellectual" c'è ben poco.

C'è poi tutto il fattore dell'ossessività, dell'incapacità a relazionarsi, dell'impopolarità, della timidezza e dell'essere dei cessi. Non mi sembra roba di cui andare fieri. Ma no, loro insistono: orgoglio nerd. Siamo orgogliosi di essere degli inetti. Inetti che sanno giocare a Magic. Bravi. Bella roba da dire in giro.

Ma fin qui, tutto bene. Insomma, se uno è un cesso, un incapace, bravo solo a programmare in codice binario e a giocare a Zork in Klingon, per me può anche essere orgoglioso. Il punto è che i veri nerd non sono orgogliosi. I veri nerd stanno chiusi in camerina loro a fantasticare sulla vicina di pianerottolo e a pensare a quanto sarebbe bello essere normali mentre smontano e rimontano il telescopio come Palla di Lardo faceva con il suo fucile. Ah, la normalità.

Quelli orgogliosi, invece, sono di tipo diverso. Alcuni esempi calzanti:
  • I rompiballe che si lamentano del doppiaggio e dell'adattamento dei dialoghi di film giapponesi di cui non frega una beneamata ceppa a nessuno, ma che vengono definiti capolavori (dai rompiballe stessi). 
  • Gli spocchiosi che parlano per ore del regolamento di DIENDI' con aria da intellettuali di destra, che poi è chiaramente un ossimoro (sia intellettuale di destra, sia intellettuale che parla di DIENDI'). Poi vendono spade di lattice e credono di fare un lavoro vero, poveretti.
  • Gli abbonati a Wired, quindi dei fighetti, quindi non dei nerd (per il suddetto problema della popolarità e delle qualità sociali).
  • Quelli che si travestono per superare traumi infantili indicibili. Noti da taluni come cosplayer, e da altri come "tizi strani che a volte si accompagnano a tipine dagli irrisolti complessi edipici che devono PER FORZA farla annusare a ignoti bavosi che le immortalano e si masturbano a casa". Si credono artisti, si credono. Copiano i vestiti dei giornalini e si credono artisti. Credetevi sarti, al massimo. No. Artisti. Mah.
Non siete così. Per niente.
  • Quelli che ti recensiscono un gioco e parlano solo di frame rate e di texture e non capisci mica se il gioco è bello, ma capisci che loro son lì a fare i fighi.
  • I grafici, i programmatori e i web designer con acconciature bizzarre e occhialoni, oppure quei musicisti e/o amanti della musica con i risvolti nei pantaloni, e/o i baffi, e/o le camicie a scacchetti, e/o le camicie jeans, e/o astemi (mi avete capito) che hanno rovinato un concetto cardine della beat generation, e quelli che dopo il Game Boy fa tutto cagare. Noiosi e arroganti, versione fighetta dei poveri diavoli del punto precedente, l'equivalente tecno hippy dei metrosexual e ugualmente insopportabili.

Insomma, c'è un esercito di persone, la fuori, che sbracciano e fanno di tutto per farsi identificare come nerd. Come si suol dire: escono dalle fottute pareti.
Ora, perché tutte queste persone, che nella maggior parte dei casi io definirei fighetti, vogliono essere riconosciute come nerd? Ancora una volta, perché nerd è prima di tutto (almeno considerando le sole accezzioni positive) overly intellectual. Essere intelligenti è in effetti bello, credersi intelligenti ci piace, e anche Andreotti era felice che gli dicessero "quanto sei intelligente" e poi se ne sbatteva di tutto il resto.

Però ci troviamo di fronte ad uno strano paradosso, una sorta di falso sillogismo. Un conto è dire "quello lì è un mezzo geniaccio, nonostante perda tempo con un sacco di cazzate, tipo videogiochi e fumetti", e un conto è dire "mi piacciono un sacco di cazzate, tipo videogiochi e fumetti, ERGO sono un geniaccio". Non torna.

Sia chiaro, sono ben contento di poter parlare senza farmi troppi problemi di ogni cretinata che mi piace, ma ho la consapevolezza che certe passioni, che possono anche essere anche considerate passioni nerd, non fanno di me un nerd. Sarei forse nerd se il mio passatempo preferito fosse creare sequenze numeriche "interessanti", o se costruissi quadrati magici 30x30, o cose del genere, e soprattutto se continuassi ad avere scarsa capacità di relazionarmi con il prossimo. Questo articolo spiega abbastanza bene come scremare i falsi nerd dai potenziali veri nerd, anche se un po' troppo concentrato a smascherare star americane che si fingono schiappe per fare presa sul pubblico.

No, non è "Anna Oxa conciata come una punk londinese",
ma una modella di Versace con bracciali ultrafashion che
non ci avrete mai i soldi per accattarli.
Ma ancora, perché? Perché tanto successo? Fondamentalmente perché The Times They Are A-changing. L'importanza del'informatica nel mondo odierno, lo sdoganamento di elementi tipici dell'infanzia che vengono considerati classici, l'imporsi sul mercato mainstream di videogiochi e fumetti e soprattutto della loro estetica, rinvigoriscono l'appassionato di cazzate e lo portano ad esporsi, a crearsi un network di simili e a creare un circolo vizioso di esposizione che porta alla saga cinematografica del Signore degli Anelli, ad articoli sui videogiochi su riviste supersnob e soprattutto agli Spike Viedo Game Awards, che più che un ritrovo di nerd mi ricorda un ritrovo di cheerleader isteriche, ed è quindi la cosa meno nerd che si possa immaginare. Non è male per forza, è il segno dei tempi che cambiano (e dei soldi che girano), e certo non è questo l'unico caso di gentritfication culturale (se mi passate la definizione azzardata) che abbiamo visto negli ultimi anni: si pensi all'estetica punk, ormai fatta propria da tutti i maggiori stilisti, che fagocitano i look underground di fine anni settanta e inizio anni ottanta ma che lasciano a casa il lato politico, nichilista, rivoluzionario di un intero movimento complesso e variegato.

Insomma se siete convinti che giocare a Sim City e leggere gli X-Men vi renda dei nerd, chiedetevi se definireste la vostra amica fashion victim una punk solo perché ha comprato una cinta di cuoio borchiata.

Rispondo io: no.

2 commenti:

  1. Hmmm...
    Mi sembra di percepire un (non proprio) sottile riferimento a "la giornata asturiana dell'orgoglio nerd" di cui vi ho parlato... o sbaglio? :)
    Ad ogni modo adesso farò leggere questo articolo (bello, tra l'altro! Bravo von Morgen!) all'ideatore della suddetta giornata...
    Sperando che non mi cacci con disonore dalla regione!

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  2. Grazie anonimo. Ti stimiamo anche noi. Abbasso le asturie, viva Isabella. Non la cattolica, la Rossellini. In Velluto Blu.

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