martedì 30 ottobre 2012

Concorso: Caccia all'individuo perturbante. Lucca Comics and Games.

Purtroppo, metà della redazione di Spielmechanik non potrà recarsi all'evento più atteso dell'anno: Lucca Comics & Games 2012. Fortunatamente, la rimanente metà dovrebbe riuscire ad andarci (il condizionale è d'obbligo...non vogliamo mica tirarcele addosso noi! Non dire gatto finchè non ce l'hai nel sacco! Non vender la pelle dell'orso prima di averlo ammazzato! Chi fa da sè fa per tre!) e a respirare un po' di quell'aria speciale che, non appena entra nei tuoi polmoni, ti dona un +2 alle abilità magiche (ma un -3 al Carisma). Siamo impazienti di ascoltare i loro resoconti.

Comunque, due persone per un solo giorno di visita non sono minimamente sufficienti a cogliere tutta quell'atmosfera magica e quel substrato variegato di persone e personaggi che la trasudano. Per questo abbiamo deciso di bandire Il primo concorso ufficiale di Spielmechanik! Di che cosa si tratta? E' presto detto:

domenica 28 ottobre 2012

Lucca Comics and Games 2012




Come ogni anno si avvicina il ponte dei santi, da me e da tanti altri meglio conosciuto come il ponte di Lucca Comics and Games (LC&G): la fiera fumettistica più importante d’Italia che quest’anno si svolgerà dal 1 al 4 novembre.
Per chi non lo sapesse la fiera di Lucca, è un vero nirvana per gli appassionati di fumetti, Giochi di Ruolo (GdR), e videogiochi, si può trovare ogni ben di dio di questo genere di cose.

Gli avventori della fiera si dividono in due grandi famiglie, le persone normalmente vestite  ed i cosplayer: coloro che si vestono come i personaggi dei fumetti, serial tv, film e chi più ne ha più ne metta. Non è quindi raro incontrare per strada l’uomo ragno, l’uomo tigre, batman o sailor moon. La mia grande speranza per quest’anno è incontrare qualche cosplayer di Bilbo Baggins e chiedergli di farmi brandire per qualche secondo la sua spada corta elfica pungolo. Comunque...dei cosplayer parleremo approfonditamente in un’altra occasione, non preoccupatevi!

venerdì 26 ottobre 2012

Dead Nation e l'inadeguatezza dell'etica postmoderna

Dead Nation (Housemark 2010)


Come sarà capitato sicuramente anche a voi, in redazione abbiamo affrontato la questione approfonditamente più volte e siamo sempre giunti alla stessa conclusione: gli zombie mettono d'accordo tutti. Nessuna incertezza, nessuna pietà, nessuna remora: lo sterminio di questi non-esseri è cosa buona e giusta. E' un bene etico a cui l'umanità dovrà e potrà tendere quando l'epidemia degli zombie inizierà a diffondersi. Ed è bene che ve lo ricordiate. Soprattutto, in una società postmoderna in cui tendiamo a giutificare tutto e tutti, a concedere sempre la seconda chance, a condannare sempre e solo dopo tre gradi di giudizio.

In una società dove non esistono più le classiche dicotomie di giusto/sbagliato, bene/male, dentro/fuori, notte/giorno. Lo zombie si erge a figura salvifica. Agnello sacrificale per la rinascita etica della nostra società. Housemark ha ben capito questa deriva morale della società contemporanea e ha cercato di porvi rimedio con un titolo semplice, forse non brillante per originalità e innovazione,  ma certamente divertente, esemplare e moralmente dalla parte del giusto. Dead Nation.

Orda di morti viventi in arrivo.
Uno sparatutto isometrico classico, ma molto ben realizzato. Dieci livelli in cui vi spostate tra i resti decadenti di città, parcheggi, tetti, e quartieri che sono diventati il parco giochi di un'orda infinta di morti-viventi. Una dotazione armi limitata, ma che vi farà sicurmente divertire. Angoscianti, alcune aree delle mappe in cui sembra che tutto sia perduto e che l'unica cosa che possiate fare sia sparare all'impazzata.
Veramente suggestiva ed interessante la decisione di limitare la visibilità nel gioco al solo cono di luce della vostra torcia (e dei pochi lampioni ancora funzionanti sulla mappa). Come ad indicare che nel momento dell'invasione epidemica, l'unica cosa che portà aiutarvi sarà il vostro lume della ragione o la vostra luce interiore (a seconda di come vogliate porvi).

La mia strategia di gioco preferita? Pavoneggiarmi in una zona densamente popolata da zombie, farmi notare ed indietreggiare lentamente per permettere alla massa di zombie di ammassarsi sempre più, nel tentativo di raggiungermi. Selezionare lo shotgun e fare fuoco fino ad esaruimento scorte. Brandelli di carne-zombie putrida che si sparge un po' ovunque. "Spettacolo raccapricciante" direte voi?! Forse. Ma non pensiate che in quei momenti di disperazione e lotta per la sopravvivenza, potrete permettervi di giudicare così alla leggera chi riuscirà a trovare un minimo di soddisfazione nel disperato tentativo di riemergere dal baratro.

Uccidere gli zombie collaborativamente è più divertente che da soli
Ricordate. I morti viventi non hanno volontà, non hanno identità, non hanno razionalità. I morti viventi deambulano, i morti viventi si aggregano per inerzia, i morti viventi hanno sempre fame. Ma soprattutto, i morti viventi sono dannatamente contagiosi. Inoltre, i morti-viventi sono già morti una volta (e quello era il passo più traumatico per loro): non soffriranno nel morire una seconda volta. I morti-viventi rappresentano un abominio della natura: contemporaneamente vivi e morti, ma nè l'uno nè l'altro. Nè carne, nè pesce (e se esistessero il casce od il perne dovremo sicuramente porvi rimedio). Il morto vivente rappresenta il grido della natura affinchè si ristabilisca il giusto ordine delle cose.

Non esitate. State facendo la cosa giusta.

lunedì 22 ottobre 2012

The Cyber Athlete Professional League


Ti hanno sempre detto che i videogiochi sono cose da bambini. Ti hanno sempre detto che sei uno scansafatiche. Ti hanno detto che se passavi più tempo a studiare quand'era ora, chissà ora dove saresti. 
Ti hanno preso in giro per la ciccia sotto la maglietta, per la calvizie precoce o perché d'estate vai poco al mare.
Ma sbagliavano. Sbagliavano tutti.
In realtà tu sei un vero atleta. Di più, sei un cyber-atleta. Un professionista in quello che fai. Ci metti disciplina e abnegazione. Costanza e passione. Tattica e strategia.
Ogni volta che premi il tasto "on", il tuo organismo mette in moto una serie di processi psico-fisici caratteristici dell'atto sportivo, ovvero:
  • aumento dell'attenzione (attivazione del sistema nervoso centrale);
  • preparazione dei muscoli allo sforzo (attivazione del sistema muscolo-scheletrico); 
  • accelerazione dell'attività di cuore e polmoni (attivazione del sistema vegetativo simpatico).
A questo punto, hai tutti i segnali tipici dell'iper-attivazione del cyber-atleta, ovvero: 
  • ansietà;
  • tensione muscolare;
  • aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, respiro irregolare;
  • affaticamento precoce;
  • scarso controllo delle proprie reazione emotive (scatti di rabbia);
  • disinteresse verso i fattori distraenti esterni;
Ti riconosci in questa descrizione, vero?
Allora sei un cyber-atleta.
Cyber-atleta in azione
E come tutti gli sport, puoi inscriverti all'apposita Federazione: la Cyber Athlete Professional League. Basta andare al seguente link: http://thecpl.com/

Benvenuto collega.

sabato 20 ottobre 2012

Catherine - analisi sociale dell'uomo del nuovo millennio e della sua ossessione

Catherine (Atlus/Deep Silver 2011)




Vincent Brooks o, come viene chiamato nella versione originale giapponese ヴィンセント・ブルックス  pronunciabile in Vinsento Burukkusu, è un 32enne giornalista giapponese che dopo una vita da semi-bamboccione, si trova catapultato in quella giungla d’asfalto che è la vita moderna.

Paga regolarmente l’affitto e le bollette del suo squallido monolocale grazie al suo lavoro di giornalista. La sera al bar vede i suoi amici, con cui beve, ascolta musica e gioca al suo arcade game preferito. Insomma, apparentemente non se la passa male, se non fosse per la sua ragazza rompicazzo Katherine, sua coetanea, che vuole portare il loro rapporto ad un livello superiore, come dice lei o, come dico io, renderlo schiavo con il matrimonio, in maniera che lei finalmente potrà smettere di curarsi, tanto ormai l’allocco lo ha trovato, e se le cose poi vanno male c’è sempre il divorzio con la quale Katherine può rubargli in maniera legale oltre metà dello stipendio. Gli suggerisce inoltre di uscire meno con gli amici perché spende troppi soldi in bevute, etc etc.

Il Buon Vincent non regge minimamente alla pressione. Prima si prende del tempo per pensare alla proposta di matrimonio della propria ragazza e la sera stessa la tradisce con una ventenne di nome Catherine (una ragazza con quasi lo stesso nome, curiosa coincidenza).


venerdì 19 ottobre 2012

ViGaMus: il museo del videogioco

A Berlino il Computerspielemuseum esiste da un pezzo.
Al prestigioso Smithsonian American Art Museum di Washington D.C. hanno dedicato una rassegna da poco conclusa all'arte del videogame.

Ora anche in Italia qualcosa si muove: aprirà il 20 ottobre il Vigamus, museo del videogioco di Roma.
Ecco cosa propongono, con un bel copia e incolla dal loro sito ufficiale:
Situato a Roma in zona centrale, VIGAMUS è l’unico Museo del Videogioco in Italia. Una struttura moderna e all’avanguardia, all’interno della quale i visitatori potranno immergersi nella storia del Videogioco e scoprire l’evoluzione di una forma d’arte giovane, ma con un illustre passato alle spalle, fatto di personaggi memorabili e storie avvincenti. La missione di VIGAMUS è fare cultura e rendere il videogioco accessibile a tutti, con una particolare attenzione a chi si avvicina per la prima volta a questo emozionante universo. VIGAMUS fungerà anche da polo d’attrazione per gli studi e la preservazione del videogioco, rendendo disponibile un archivio consultabile a tutti coloro che vogliono approfondire l’argomento, per studio o curiosità.



Pare che le attrattive non mancheranno, ed è già trapelato che sono stati consegnati al museo i master disk del primo, storico Doom.

Sì, si paga il biglietto. Lo sanno che non potete scaricare un museo.

martedì 16 ottobre 2012

Tira l'uccello al porco

Angry Birds (Rovio Mobile 2009)

In questo mio primo post mi permetterò di accostare due argomenti apparentemente distanti tra loro, ma che sicuramente necessitano di una riflessione critica e non superficiale, data la particolare congiuntura storico/sociale: (i) l'influenza che l'(ab)uso e la fruizione di contenuti video-ludici possono avere sugli utilizzatori finali, in particolare sugli immaturi; (ii) lo sfruttamento intensivo degli animali ed il loro maltrattamento. Ne parlerò tramite Uccelli Incazzati.

Un puzzle game che sta spopolando ovunque e che sta rimpinguando le casse di una, finora sconosciuta, game house nordica (nel 2011, circa 40M di € inclusi gli incassi derivanti da merchandising). Tutti scaricano appZ per giocare a Uccelli Incazzati, tutti comprano smartphone per poter scaricare appz per poter giocare a Uccell Incazzati, tutti si iscrivono a G+ per poter giocare a Uccelli Incazzati senza doversi comprare uno smartphone per poter scaricare l'appz. C'è persino chi, non potendo fare queste cose, tira vecchi cellulari contro i piccioni in piazza per provare a simularne l'ebbrezza. Anche il mercato delle fionde sembra essersi rinvigorito.  E' la moda Angry Birds.

Ma veniamo al gioco. La meccanica è semplice. Il giocatore usa una fionda per lanciare dei proiettili contro dei bersagli. Le uniche due cose che il giocatore deve fare sono: (i) impostare la giusta traiettoria, inclinando più o meno la tensione dell'elastico della fionda; (ii) attivare (se desiderato) l'effetto del particolare proiettile. Ogni livello colloca i bersagli in posizioni più difficili o più protette da colpire.

lunedì 15 ottobre 2012

Duck Hunt: caccia sì o caccia no?

Duck Hunt (Nintendo 1984)

Siamo in pieno ottobre e la stagione venatoria è all'apice. Sappiamo che questa tradizione divide la popolazione. Chi sostiene che aggirarsi per la foresta sparando a tutto ciò che si muove sia cosa buona e giusta, un passatempo sano, occasione di relax e contatto con la natura, e chi invece accusa i cacciatori di essere dei barbari incivili e insensibili.
Parole dure. Dure come fu duro Celentano ai tempi del referendum sulla caccia ("la caccia è contro l'amore", diceva Adriano), dure come un fucile a pallettoni che ti spara, dure come le roccie su cui si appostano i cacciatori, che sono, appunto, uomini duri, mica molleggiati.

venerdì 12 ottobre 2012

Super Mario e l'ansia da allenamento

Super Mario Bros. (Nintendo 1985)



Tutti conoscono Super Mario. Se fosse vivo e parlante, sarebbe uno dei pochi a poter dire, come John Lennon, di essere più famoso di Gesù. È con questo gioco che parte la sua corsa al successo. E corsa è indubbiamente la parola giusta. Super Mario Bros. è un gioco incentrato sull'attivita fisica: si corre tanto, si fanno scatti, si salta, si nuota...
Ma Mario è diverso da John Lennon. John Lennon è carismatico e affascinante. Mario è bruttino, basso e rotondetto. Per questo, al contrario della grande varietà delle canzoni di John Lennon, i giochi di Mario sono tutti uguali. Mario è infatti ossessionato dall'esercizio fisico. Mario corre dal punto A al punto B. Salta dal punto B al punto C. Nuota dal punto C al punto D. Sempre.

martedì 2 ottobre 2012

Shadow of the Colossus e il grido del piccolo commerciante.

Shadow of the Colossus (Sony 2005)



Shadow of the Colossus è un titolo che commuove come pochi altri. L'avventura di Wander, un giovane commerciante che insieme al suo socio in affari Agro cerca di combattere contro i nuovi giganti della grande distribuzione, è poesia pura, oltre che un grido d'allarme sociale.

AddThis

Ti potrebbero anche interessare:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...