martedì 14 maggio 2013

Realtà virtuale diminuita




4 lame per una rasatura perfetta al
primo passaggio, ma allora perché
devo fare ugualmente il contropelo? 
Lo scienziato Walter Bishop di Fringe (serie TV che tanto avrebbe potuto dare, ma che così poco ha effettivamente dato), studiando uno degli strani oggetti che si trova ogni settimana ad analizzare, ricorda come  in gioventù passava ore ed ore con il suo amico e collega William Bell interrogandosi quand’è che la tecnologia sorpassa la sua utilità. Mi sono molto stupito che i due non mi abbiano mai coinvolto in questa discussione essendo da sempre questo un quesito che mi pongo osservando oggetti come  le scarpe di Google, rasoi manuali  a 5 lame e altra paccottiglia del genere.

Il grande mondo dei videogiochi può esimersi dal creare mostruose inutilità?  “Aura Interactor ed i suoi 1000 fratelli” è la mia misteriosa e criptica, risposta.
Una risposta talmente oscura che per decifrarla si ha bisogno di uno dei quei medaglioni con misteriose iscrizioni  sempre presenti in film come Indiana Jones o  Uncharted, per rimanere in tema videogiochi.
Ora prendiamo il nostro medaglione e cerchiamo di decifrare la risposta.

L’Aura Interactor è una cosiddetta periferica, vale a dire un supporto la cui funzione è farci vivere una esperienza videologica più completa. Ma prima di addentrarci sulle caratteristiche dell’Aura Interactor facciamo una breve riflessione su questi aggeggi che promettono oltre ad un maggiore divertimento anche di vivere una sorta di esperienza di realtà aumenta. È evidente che spesso e volentieri queste macchine non riescono a svolgere il loro compito. Ma perché non ci riescono? Per un reale mancato funzionamento delle periferiche il cui livello tecnologico è ancora troppo basso? Oppure, per una evidente scelta delle casi produttrici? Probabilmente per entrambi i motivi.

Il go kart gonfiabile di WII.
c'è bisogno di una periferica
pompa per gonfiarlo?
Chi mai può pensare di trovarsi su una vera auto sul seggiolino del go-kart gonfiabile per WII?
Mi si potrebbe contestare che WII promette divertimento e non una esperienza più vicina possibile alla realtà, ma siamo sinceri, ci vuole coraggio per sedersi in mezzo al salotto su un catorcio simile.
Risulta chiaro che oggetti come questi oltre  non dare la sensazione di realtà apparente non offrono nemmeno un grande divertimento una volta svanito l’effetto novità che dura pochi giorni, se non poche ore.
Per il consumatore  l’utilità di questi prodotti, non offrendo né brividi da realtà aumentata né  divertimento superiore rispetto ad un normalissimo pad, è paragonabile all’utilità di un motoscafo sul monte Everest. Non so voi, ma io non conosco nessuno che sceglie il monte più alto del mondo per andare a fare sci nautico.

Arriviamo finalmente all’Aura Interactor, prodotto negli anni 90, era una specie di  Zainetto da indossare ideato per giocare a Mortal Kombat, il suo scopo era quello di fare sentire realmente le mazzate che si prendevano.
Quale sadomasochistico gamer si comprerebbe un apparecchio capace di ucciderti simulando un pestaggio? Per di più con un gioco in cui si rischiava di ritrovarsi con il cuore strappato, la colonna vertebrale sfilata, carbonizzati e uccisi in mille altri modi creativi, i rischi erano grandi. Fortunatamente per gli acquirenti dell’Aurora Interactor, il prodotto sostanzialmente non funzionava. Ora riuscite ad immaginare qualcosa di meno utile?
Io no, ma la Sony c’è riuscita con Bowling PS3 Move, la recentissima palla da bowling per PS3 di cui mi sfugge completamente il modo di utilizzo. Devo lanciare la palla contro il televisore? Ma così non rischio di rompere la tv? Quasi quasi la compro e la vado a provare a casa di un’amica, tanto se le rompo la tv faccio meno danni di quella volta che, insieme a Von Morgen e Von Immer, le abbiamo inondato il salotto di casa con il sangue di un amico in un terribile incidente con il Move.

Nessun commento è necessario
Il nostro amico non è morto dissanguato e anche se non siamo riusciti ad occultare tutto il plasma sparso per l’appartamento, la proprietaria di casa fu piuttosto comprensiva. Tralasciando l'aneddoto e ritornando alla palla da bowling, la domanda resta....
Perché  dovrei acquistare un apparecchio che rischia di fare morire di morte violenta un televisore anche se la TV non è mia? L'interrogativo ricorrente per tutte e due le periferiche in questione  è:  perché dovrei comprare un trabiccolo simile?

R.O.B., un robottino costruito negli anni 80’ dalla Nintendo che collegato alla console NES avrebbe dovuto sfidare come vero secondo giocatore lo sfidante umano in avvincenti partite all’ultimo bit, porterà alla luce la risposta che cerchiamo.
R.O.B. telefono casa!
La campagna pubblicitaria della Nintendo per lanciare R.O.B., vuole far passare il robottino non solo come l’ultimo prodigioso ritrovato della tecnologia moderna, ma persino come un affidabile compagno di giochi, quasi come un amico con cui passare momenti indimenticabili.
Il povero R.O.B. però non riscosse successo, sia per motivi tecnici, funzionava oggettivamente male, sia perché era abilitato solamente per due giochi, ma soprattutto perché i bambini degli anni 80’ non erano talmente tristi da non avere amici ed essere costretti a rivolgersi ad un surrogato del genere per avere un amico.
Questa è la chiave del mercato delle periferiche, il sentirsi solo e triste del consumatore.
Perché acquistare  marchingegni che in teoria dovrebbe darti la sensazione di prendere calci e pugni in faccia, una palla da bowling che non puoi lanciare pena la distruzione della tv di un’amica e un finto amico robot che o si gioca solo a quello che vuole lui o non ti parla nemmeno?
Perché la persone sentono il famoso vuoto dentro e cercano di riempirlo attraverso un finto amico robot o strambi oggetti che hanno la capacità di torturarli.
Hai comprato i guanti da boxe per WII convinto che la signorina fosse
inclusa nella scatola, ma così non è. Anche questo è un sintomo di
solitudine, ma di un tipo diverso di solitudine
Così facendo però allargano il loro vuoto, tutti questi oggetti  portano allo svolgimento in completa solitudine di attività che si praticano in compagnia, dilatando la distanza tra le persone, generando una solitudine non volta alla riflessione ma all’isolamento volontario dell’animale sociale chiamato uomo.

Se vuoi sentire calci e pugni fonda il tuo fight club, ma di questo non posso parlare perché la prima regola del fight club è non parlare mai del fight club, se vuoi giocare a bowling non andare a casa di un’amica per distruggerle il televisore, ma invitala ad una partita in una vera pista da bowling e se vuoi stare in compagnia di una persona chiamala per uscire o invitala a cena.

Non chiuderti in te stesso e non preoccuparti troppo delle periferiche odierne. Vuoi ridurti ad una vita imbarazzante spesa in salotto usando oggetti simili davanti alla tv?





Se questa è  già la tua vita, sappi che tra qualche anno finirai così:



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